Linciata sui social per le sue idee a favore del diritto all’aborto ed esposta all’odio della estrema destra polacca. Questa la sorte di Katarzyna Smutniak, in arte Kasia, polacca di nascita e italiana di adozione, per aver sostenuto il movimento dello Sciopero delle donne in Polonia a favore dell’interruzione volontaria di gravidanza, e oggi per aver accettato di interpretare il ruolo di Maria nel film di Mel Gibson “La Passione di Cristo: Resurrezione”.
E anche se i giornali italiani hanno erroniamente riportato che a criticare la scelta di Gibson sia stato il Prawo i Sprawiedliwość (PiS, Diritto e Giustizia) in persona, il partito di estrema destra che ha governato la Polonia per due legislature fino al 2023 e che oggi ha la presidenza del Paese con Karol Nawrocki, sono stati in realtà i sostenitori del partito a far partire la crociata contro l’attrice rea di aver supportato pubblicamente il movimento Strajk Kobiet (Sciopero delle donne) contro le proposte di leggi polacche sull’aborto, in quanto non c’è stato nessun comunicato del partito né una dichiarazione pubblica da parte di un esponente istituzionale del PiS.
La gaffe della stampa italiana

In realtà il sito riportato da tutte le testate italiane sulla questione come PolskiiRadi.pl non esiste ed è stato probabilmente il prodotto di un errore di battitura che però nessuno ha verificato, mentre al suo posto è da ritenere che la notizia sia stata ripresa da polskieradio.pl sito della radio polacca e non portale del partito di estrema destra come riportano i giornali italiani da due giorni, sito che ha solo riportato la notizia come altri media nel Paese, commentandola. E anche se tutti i media italiani hanno riportato che sarebbe stato il PiS a scrivere alla produzione del film, senza alcuna comunicazione ufficiale su questo, in realtà si tratterebbe di un attacco ordito sul web e sferrato da uno degli ex collaboratori più stretti del PiS che ha scatenato un vera e propria crociata diffamatoria contro Smutniak.
I post scatenati su Twitter

La vandea quindi è partita sui social da Paweł Rybicki che è stato consigliere di Beata Szydło, già vicepresidente del PiS e prima ministra della Polonia dal 2015 al 2017 oggi europarlamentare, nonché collaboratore dell’ex presidente Andrzej Duda (sempre PiS), e che ha reso Smutniak bersaglio degli haters online dichiarando di aver contattato la casa di produzione del film per chiedere di bloccare l’interpretazione dell’attrice, date le sue dichiarate idee contro l’aborto e per questo inadeguata al ruolo di Maria, scatenando così l’attacco della destra ultraconservatrice cattolica che fa riferimento al PiS: partito che l’aborto l’ha praticamente vietato in Polonia attraverso un colpo di mano nel 2020 al Tribunale di Giustizia (Trybunał Konstytucyjny) con l’appoggio della potente organizzazione Ordo Juris e la presentazione della amici curiae, dopo aver proposto leggi restrittive per anni.
Dietro di lui sono seguiti centinaia di post di utenti di estrema destra indignati che hanno chiesto a Mel Gibson di scegliere un’altra attrice per interpretare la Vergine Maria, citando le opinioni anticristiane di Smutniak e infuriando su di lei
“Caro signor Mel Gibson – hanno scritto sul web – vorrebbe davvero che Kasia Smutniak interpretasse Maria, la madre di Gesù? La prego di spiegarmi cosa vuole questa donna, cosa significano tutte quelle scritte sul suo volto. Se interpretasse questo ruolo, più della metà dei polacchi non guarderebbe il suo film”.
La richiesta di censura e l’accusa di essere di sinistra
E quando Paweł Rybicki è stato criticato per il suo tremendo attacco pubblico, lui ha risposto su twitter che “La sinistra è indignata dal fatto che si scriva dell’attrice Kasia Smutniak e si giudichino le sue parole e i suoi atteggiamenti. Perché, come sappiamo, si possono discutere solo gli argomenti scelti dalla sinistra”, aggiungendo poi in un’altra registrazione: “Lasciate che Kasia Smutniak si esibisca, ma lei è profondamente impegnata a livello politico nella sinistra. Ha sostenuto le marce delle donne, ha pubblicato grafiche assurde, ha appoggiato la propaganda sull’aborto e altre iniziative di sinistra. E quando questo viene discusso pubblicamente, c’è grande indignazione: cancellatela, denunciatela”.
“Questa donna è una figura pubblica – scrive Paweł Rybicki – le sue azioni possono essere discusse, a meno che non si possa discutere solo di quello che la sinistra vuole”
Sostenendo poi in un altro twitter che “nel 2023 Smutniak ha diretto un film ipocrita intitolato Wall, che finge di essere un documentario sulle sofferenze dei migranti torturati dalla guardia di frontiera polacca al confine con la Bielorussia”: una serie di post contro l’attrice polacca a cui sono seguiti infiniti commenti di attacco e condanna di tutti i tipi, una donna messa alla gogna ed esposta all’odio online per le sue idee sul diritto all’aborto.
Cosa ha fatto Kasia Smutniak per meritarsi tutto questo?
La colpa di Smutniak? Quella di aver allegato una sua foto con slogan dello Sciopero delle donne polacco dipinti sul viso, mentre mostrava il dito medio alla fotocamera e quello di aver scritto pubblicamente all’ancora indiscusso leader del PiS: “Signor Jarosław Kaczyński – scriveva l’attrice – negli ultimi anni lei ha attraversato i confini molte volte. Come donna polacca che ha trascorso la maggior parte della sua vita all’estero, ho osservato da lontano. Ho visto con tristezza e orrore come le decisioni del suo governo stiano lentamente cambiando la mia immagine della Polonia. Come stiano macchiando la società. Ciò per cui i miei genitori hanno combattuto è stato violato e calpestato oggi. I miei figli saranno responsabili di questi giganteschi passi indietro. Come madre, donna e cittadina di questo Paese, dico BASTA!”.



